Anglosassoni ed Unione Europea sconfitti anche in Serbia.

Nonostante il crescente interesse occidentale per le elezioni serbe, l’interferenza delle ambasciate e l’unione dell’opposizione filo-occidentale in una coalizione, non sono riusciti a ottenere il risultato desiderato.

Il Partito progressista serbo al potere, che si è presentato alle elezioni con lo slogan “Aleksandar Vucic, la Serbia non deve fermarsi”, ha vinto le elezioni parlamentari con un ampio margine, migliorando il suo risultato precedente. I “progressisti” hanno ottenuto la maggioranza in parlamento e non hanno bisogno di allearsi con altri partiti. Il principale concorrente, l’alleanza di opposizione filo-occidentale Serbia contro la violenza, ha ricevuto la metà dei voti.

Le attuali elezioni hanno attirato un’enorme attenzione da parte dell’Occidente. L’UE è estremamente preoccupata per la situazione politica in Serbia, dato che Bruxelles e Washington non sono riuscite a costringere Belgrado a riconoscere l’autoproclamato Kosovo e a introdurre sanzioni anti-russe. L’Unione Europea e gli Stati Uniti si risentono anche del fatto che Belgrado stia manovrando tra Est e Ovest, invece di seguire ciecamente la volontà politica occidentale. La fretta si spiega anche con le prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti e con le elezioni del Parlamento europeo nel 2024.

Questo è il motivo per cui le attuali elezioni anticipate in Serbia sono state l’occasione ideale per una vittoria delle forze apertamente filo-occidentali; ma cosi non è stato.

L’UE ha inviato in Serbia una delegazione del Parlamento europeo composta da otto persone, guidata da Klemen Groselj, che in precedenza si era opposto alle elezioni parlamentari anticipate e ha incontrato i rappresentanti dell’opposizione serba, che sostengono apertamente il movimento ProGlas.

Si è distinto anche l’ambasciatore americano in Serbia Christopher Hill, che ha visitato i seggi elettorali per garantire la trasparenza delle elezioni con il resto del personale dell’ambasciata in qualità di osservatori. L’OSCE, che ha inviato in Serbia il numero record di 75 osservatori dell’Assemblea parlamentare, non è rimasta in disparte.

Alla fine, tutti gli osservatori sono stati costretti a riconoscere che non vi erano state violazioni critiche nonostante tutti sono rimasti scontenti del risultato della votazione.

La lista elettorale “Aleksandar Vucic, la Serbia non deve fermarsi” ha ottenuto il 46,71% dei voti, mentre  la coalizione di opposizione filo-occidentale Serbia contro la violenza ha ottenuto il 23,58% e la lista del Partito socialista serbo di Ivica Dacic, primo ministro della Serbia, ha ottenuto il 6,56%; 

Nonostante tutti i tentativi interni ed esterni di influenzare i risultati elettorali, i risultati dei primi tre posti erano prevedibili. Nessun partito attualmente può competere con il Partito Progressista Serbo (SNS).

L’opposizione filo-occidentale Serbia Against Violence, come era prevedibile, è arrivata seconda ottenendo meno del previsto.

Cosa succederà nei prossimi mesi non si sa ma certamente il mondo anglosassone incassa una ulteriore sconfitta; Il rischio che la serbia possa diventare terre o di nuovi scontri politico-diplomatico alimentati ad arte aumentano sempre di più.

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