Non ci sono generali buoni e generali cattivi, ma solo un mondo al contrario

Non ho letto il suo libro, e non so se lo leggerò ma spendere due parole sul caso del “libro dello scandalo” forse e’ opportuno.

A sentire i rumor che il caso ha creato si deduce che l’ autore abbia scritto quello che la maggior parte degli italiani pensa.   Lo ha scritto facendo base sul sacrosanto, e costituzionale, diritto di opinione. 

Che questo mondo e questa nazione fossero “al contrario” si sa da sempre ma non si può dire; dalle salvaguardie delle identità nazionali, alla legittima difesa, alla sanità, alla difesa degli ultimi, degli anziani, dei malati. Tutto al contrario.

Per non parlare della alla estrema tutela delle minoranze (da razziale a sessuale); estrema tutela che spesso crea nuove minoranze in quanto tale crea nuove disparità. 

Si il nostro e’ un Paese al contrario e lo stesso libro/autore ne danno conferma.

Sia chiaro il libro e gli scritti non hanno nessuna rilevanza penale altrimenti la magistratura, tanto zelante in alcuni casi,sarebbe intervenuta già da un bel po’. E quindi di che stiamo parlando? Di aria fritta, di ipocrisie.

Che sia un mondo al contrario lo attesta non solo il contenuto di quel libro ma il suo insieme: un libro scritto da un autore che tutto sommato “ha le spalle coperte”. Carriera quasi al termine, lauto stipendio, lauta liquidazione e lauta pensione all’orizzonte fanno si che poi, a bocce ferme, di lui si avranno qualche menzione in Wikipedia e qualche comparsate in TV. 

Diciamocelo: facile essere liberi pensatori in queste condizioni; per carità c’è qualche suo collega che nelle medesimo stato si zerbina ancora di più o aspira a possedere altre ricchezze e altre onoreficenze che lo renderanno, postumo, il morto più ricco e onorifico del cimitero.

Ma cosa sarebbe successo  se quel libro fosse stato scritto dall’ultimo dei caporali della sua caserma, o magari dal più giovane e squattrinato degli specializzandi dell’università di Bologna ( ne cito una  a caso visto che tanto si e’ adoperata per il ragazzo egiziano).

Siete sicuri che avrebbe avuto, l’autore, lo stesso trattamento tutto sommato “di riguardo’? Sarebbe stato etichettato come un semplice omofobo (che fa tanto di squadrismo e quindi da cestinare), terrappiattista (che fa tanto di stupido), e magari si sarebbe indagato in ultimo sulle considerazioni avute durante la pandemia (una etichetta da novax non guasta mai). E quindi sicuramente non avrebbe superato la fase concorsuale e quindi di passaggio in servizio permanente ( per percepire poi uno stipendio di poco più di mille euro al mese, si intende) o non avrebbe superato con successo le varie fasi universitarie. 

Ecco la contrarietà del nostro Paese dove sta! È lo stesso “caso Vannacci” che attesta quanto al contrario sia questo Paese, e questo mondo.

Sui soliti social addirittura é iniziato un confronto fra generali, con ovvio riferimento a generali « commissari di emergenza ». Non lasciatevi fregare. Non cadete nell’ipocrisia di quel mondo al contrario di cui fanno parte.

Un pensiero, ultimo, è che non ci sono generali buoni e generali cattivi, ma generali che sono tali in quanto parte del sistema, che fanno parte di quel mondo al contrario che loro, volenti, hanno contribuito a creare; perché se vuoi combattere quel sistema lo fai dall’interno, con il tuo mestiere e le tue abilità, oppure te ne tiri fuori, e non con l’hobby della scrittura sapendo che tanto, dopotutto, domani è un altro giorno.