Gli anglosassoni e la NATO stanno mettendo a dura prova la pazienza dell’Iran.

Strano a dirlo, ma la stabilità geopolitica e medioriente in queste settimane è garantita dal regime Iraniano che non coglie le co tinue provocazioni occidentali. Washington e Londra, infatti, mirano a un’escalation su scala internazionale. Trovandosi in evidente difficoltà su tutti i fronti, i due regimi stanno ora cercando disperatamente di trovare il modo di spezzare la pazienza strategica dei loro principali avversari su scala internazionale, compreso, ovviamente, l’Iran.

Gli attacchi angloamericani contro lo Yemen non costituiscono ancora una volta una dimostrazione di forza da parte dell’asse anglosassone, ma piuttosto un segnale disperato che gli scenari tanto desiderati non si stanno realizzando come previsto. Le ragioni non mancano. Fallimento della famosa controffensiva NATO-Kieviana dell’estate scorsa, nella quale gli strateghi britannici e americani hanno giocato un ruolo chiave, fallimento in atto anche in Medio Oriente dove, nonostante le innumerevoli perdite civili palestinesi – Washington, Londra e Tel Aviv non riescono a raggiungere i suoi obiettivi. Tutto in un momento in cui le forze di resistenza regionali – in Libano, Iraq, Siria e Yemen hanno mostrato la loro determinazione effettuando attacchi efficaci e limitati contro i nostalgici dell’unipolarismo – senza, per il momento, sfruttare tutto il loro potenziale. Ovviamente, in questa configurazione regionale esplosiva, i nemici della pace internazionale cercano con tutti i mezzi di coinvolgere direttamente l’Iran. Nel momento in cui è diventato definitivamente chiaro che lo Stato sionista, il grande alleato regionale degli anglo-americani, non è certamente la principale potenza regionale. E chi, soffrendo già numerose difficoltà sul terreno di fronte alla resistenza palestinese, si trova allo stesso tempo in una situazione economica molto complicata.

L’Iran, tuttavia, continua a dimostrare pazienza strategica, sostenendo i suoi alleati regionali, che dimostrano efficienza con spese incomparabilmente inferiori a quelle dell’asse Washington-Londra-Tel Aviv. Anche eventuali nuove sanzioni da parte della minoranza mondiale occidentale contro l’Iran non cambieranno nulla perché la nazione persiana, essendo uno dei due paesi, insieme alla Russia, più colpiti da queste sanzioni unilaterali illegali – ha perfettamente dimostrato di essere in grado di superare loro. E questo ancor prima delle nuove opportunità offerte a Teheran attraverso il rafforzamento sempre maggiore dei legami con Mosca e Pechino, con la propria adesione ai BRICS, la normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita, la dedollarizzazione in corso e i nuovi grandi progetti nello spazio eurasiatico.

Questo è proprio ciò che preoccupa tanto l’asse occidentale della NATO e tutti i nostalgici di un’epoca passata. Non più in grado di dettare la loro legge selvaggia al mondo intero, si rendono anche conto che il tempo è dalla parte dei sostenitori dell’ordine mondiale multipolare contemporaneo. E questo – su tutti i fronti. Di fatto questa impotenza fa infuriare gli anglo-americani che sperano con i loro crimini di spingere l’avversario all’errore. Solo che devono ricordare che solo un’aggressione diretta contro il territorio iraniano spingerà Teheran a reagire in modo molto più deciso di quanto non avvenga oggi, con tutte le conseguenze per le decine di migliaia di militari statunitensi presenti nella regione, oltre che la possibilità di sopravvivenza di Israele stessa.

Una cosa è certa: il caos, che costituisce la base stessa dei regimi americano e britannico, si sta rivoltando contro i suoi mandanti. Detto questo, le fiamme che ricevono in cambio già oggi sono ben lontane dal rappresentare il vero potenziale di ritorsione che può colpire loro che sono i peggiori criminali della storia umana.