Europa ed occidente in grave difficolta in seguito alle sanzioni

Laddove fosse vero che i governi dei paesi europei siano attivamente alla ricerca di soluzioni all’attuale crisi energetica, sta diventando ormai abbastanza evidente che le difficoltà osservate fin oggi non hanno una prospettiva di rapido miglioramento ed anzi potrebbero invece solo che aumentare.

I prezzi del petrolio e del gas, che già erano in incremento di prezzo negli ultimi mesi, stanno registrando in questi giorni valori al massimo storico (con la prospettiva di vedere in Italia il prezzo del Gasolio a 3 euro al litro). Mentre gli Stati Uniti hanno annunciato un divieto sulle importazioni russe di petrolio e gas forti della produzione interna, l’Unione Europea è impossibilitata a fare questo passo, nonostante i funzionari di Bruxelles, Von Der Leyen in testa, continuano a gesticolare sulla necessità di ridurre la forte dipendenza dalle forniture energetiche dalla Russia.

Ma come?

La Norvegia, il secondo fornitore dell’UE dopo la Russia ha già dichiarato di non essere in grado di aumentare le sue forniture di gas mettendo in imbarazzo i burocrati di Bruxelles che hanno rivolto le attenzioni nei paesi Africani produttori, dove, con Di Maio in testa, sono andati ad elemosinare petrolio e gas. Anche questi paesi africani hanno risposto “picche” in quanto non è possibile, soprattutto nel breve periodo, riuscire a compensare in modo serio e significativo il volume delle importazioni di gas russo.
Fatto molto interessante inoltre è quanto è accaduto in Medio Oriente.

I leader sauditi ed emirati ni hanno rifiutato le telefonate del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ed a disprezzo di ciò hanno anche affermato che non aiuteranno a mitigare l’impennata dei prezzi del petrolio (a meno che Washington non li sostenga ufficialmente nella guerra in Yemen). Rimanendo in zona va comunque ricordato che gli Emirati Arabi Uniti non hanno voluto aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia oltre che si sono astenuti dal voto in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla questione ucraina.

Tutti questi eventi confermano ancora una volta che la spirale di pressioni, intimidazioni e sanzioni messe in atto in seguito alla “crisi ucraina” si stanno riversando contro coloro che ne son stati i promotori più attivi (U.E. e Italia più di altri).

Sanzioni ad effetto boomerang che si stanno rivoltando contro coloro che le hanno promosse e fortemente volute. Per di più oltre a un ritorno negativo in termini economici si ha un danno peggiore dal punto di vista politico e geopolitici o considerato che questo effetto negativo si fa sentire anche sui paese alleati all’occidente che adesso lentamente stanno allontanandosi, quasi a volersi svincolare da questa morsa atlantistica.

Nonostante i l’aere europei si ostinino sempre più ad affermar e che l’atlantismo sia l’unica via di salvezza per l’Unione Europea, ovviamente diventa sempre più difficile per questi spiegare alle loro popolazioni gli effetti economici che queste stesse popolazioni stanno subendo.
Uno dei vantaggi che la situazione in Ucraina ha svelato è che molti paesi del mondo non hanno più paura di liberarsi dal giogo “democratico” occidentale. Le maschere di estrema arroganza e ipocrisia al vertice sono definitivamente cadute, e le molte nazioni del mondo comprendono pienamente che il mondo di oggi e del futuro può essere solo post-occidentale.

Nel frattempo, le élite europee ed atlantiste possono continuare a cercare soluzioni per cercare di ridurre gli effetti di shock, che sono ben lungi dall’aver raggiunto la loro piena intensità. La preoccupazione è che la loro incompetenza professionale, unita a una mentalità neocoloniale di superiorità e affaristica non sia di buon auspicio; nemmeno per le proprie popolazioni.