Guerra economica o guerra di civiltà?

Alexander Dugin:
“Abbiamo a che fare con una forza barbara e terribile, senza regole. Siamo in una fase completamente diversa del confronto globale. Siamo consapevoli che con delicatezza, attraverso i negoziati, difficilmente riusciremo a risolvere la crisi. Dobbiamo essere forti, dobbiamo vincere, dobbiamo mobilitarci.
Abbiamo riso molto di Biden, che ha perso la testa, del tossico Zelensky, ma l’Occidente ci sta attaccando molto duramente, efficacemente e dolorosamente. Smettiamola di ridicolizzare il nemico, dobbiamo prendere sul serio questa battaglia.
Un tossico e un vecchio demente senile che comunica con gli spiriti è solo la facciata. Dietro questo c’è il potere di ferro della civiltà anglosassone e della NATO, l’Occidente, il liberalismo, il globalismo.
Rappresentano la loro idea falsa e disumana, e nel loro mondo non ci viene dato alcun posto. Non possiamo raggiungere alcun compromesso con loro. Dobbiamo muoverci al fine di salvare la Russia, l’umanità e il mondo intero.”

Purtroppo Dugin ha ragione. Usa parole chiare, precise e ampiamente condivisibili. E’ inspiegabile, altrimenti il perché gli anglosassoni, la NATO, l’UNIONE EUROPEA continuino a inondare di soldi e armi l’Ucraina che economicamente è una nazione fallita, non ha ricchezze o risorse ingenti se non nella parte che attualmente è Russia.
Se si leggessero i tempi correnti con gli occhiali “classici” della politica e della geopolitica, si faticherebbe a comprenderne il motivo.
L’Ucraina non può valere tutto questo sforzo. Sicuramente non soltanto quello.
Se invece si inforcano gli occhiali della “lotta spirituale o ideale”, sganciandosi da una visione economicistica, ecco che si può meglio inquadrare il problema.
I globalisti non si fermano, e sono decisi a realizzare i loro obiettivi che sono in estrema sintesi la disumanizzazione dei popoli, la distruzione delle tradizioni e del tessuto sociale ed economico della civiltà occidentale e la trasformazione totale del mondo che gli è rimasto.
La Russia e le altre Nazioni che non ci stanno, combattono non tanto per i territori o le risorse, ma per contrastare la deriva globalista e mondialista, e nella visione di Dugin, mantenere o riportare al centro la tradizione e la specificità dei popoli e delle culture.
Siamo ad un tornante della storia non banale e l’esito finale non è affatto scontato.
L’unica cosa certa è che se vincono i globalisti, saremo condannati a vivere in un mondo distopico (e negli anni scorsi ne abbiamo avuto un assaggio).
Ciascuno scelga da che parte stare e lo faccia nella maniera più consapevole possibile.